Insultare una persona all’interno di un gruppo WhatsApp potrebbe configurare il reato di diffamazione. La diffamazione è disciplinata dall’art. 595 del Codice Penale e si verifica quando qualcuno offende la reputazione di un altro comunicando l’offesa a più persone, senza che la persona offesa sia presente.
Quando si configura il reato di diffamazione su WhatsApp?
Perché l’insulto in un gruppo WhatsApp venga considerato diffamazione, devono essere presenti determinati elementi:
- Offesa alla reputazione: La diffamazione si verifica se il contenuto denigratorio lede l’onore o la reputazione della persona.
- Assenza della persona offesa: L’offesa deve essere comunicata in un momento in cui la persona offesa non è presente o non può percepire direttamente il messaggio.
- Presenza di terze persone: Il messaggio deve essere inviato e percepito da almeno due o più persone oltre all’offensore.
La Corte di Cassazione ha confermato che anche in un gruppo WhatsApp, dove le offese vengono percepite da più persone, si configura il reato di diffamazione (Cass. Pen. n. 7904/2019). È irrilevante che l’offeso faccia parte del gruppo, poiché ciò che conta è che non abbia visto l’offesa nel momento della sua pubblicazione.
Differenza tra ingiuria e diffamazione
Se l’offesa viene rivolta direttamente alla persona offesa mentre questa è presente nel gruppo o percepisce immediatamente il messaggio, non si configura il reato di diffamazione ma quello di ingiuria. Tuttavia, è importante ricordare che il reato di ingiuria è stato depenalizzato, e oggi è passibile solo di sanzioni civili, senza rilevanza penale.
Offendere tramite lo stato di WhatsApp: è diffamazione?
Un’altra situazione riguarda le offese pubblicate sugli stati di WhatsApp, visibili a tutti i contatti dell’utente. La Cassazione penale ha chiarito che offendere qualcuno attraverso questa funzione può costituire il reato di diffamazione, poiché il messaggio è accessibile a una cerchia ampia di persone (Cass. Pen. n. 33219/2021).
Cosa si rischia per il reato di diffamazione?
Le pene per il reato di diffamazione includono:
- Reclusione fino a un anno o una multa fino a 1.032€.
- Se l’offesa viene diffusa con mezzi di pubblicità (come i social o WhatsApp), la pena può aumentare fino a tre anni di reclusione.
Come difendersi?
Se ti trovi in una situazione del genere, è fondamentale contattare un avvocato esperto in crimini informatici per valutare le circostanze. La difesa può articolarsi in diverse modalità, tra cui la dimostrazione che l’insulto non ha arrecato reale danno alla reputazione o che la persona offesa ha percepito immediatamente il messaggio offensivo. Inoltre, se il contesto dell’insulto è goliardico o scherzoso, si può tentare di mitigare la gravità dell’offesa.
Conclusione
Insultare qualcuno in un gruppo WhatsApp può costituire reato di diffamazione, con conseguenze penali serie. Se ti trovi in questa situazione, è essenziale agire tempestivamente e consultare un avvocato con esperienza in crimini informatici per valutare la situazione e pianificare la tua difesa.
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