Ho modificato la password di accesso della mail del mio ex: ho commesso reato?

Modificare la password di accesso alla casella email del tuo ex partner può sembrare un banale gesto che, seppur dettato dalla rabbia o dal desiderio di controllo, potrebbe costituire un reato. In particolare, la giurisprudenza e l’art. 615-ter del Codice Penale inquadrano tale comportamento come accesso abusivo a un sistema informatico. Tuttavia, ci sono alcune sfumature che vale la pena considerare, specialmente se sei stato accusato ingiustamente.

Accesso abusivo a un sistema informatico: cos’è e quando si configura

L’art. 615-ter del Codice Penale punisce chiunque si introduca in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza senza autorizzazione. Il concetto di “accesso abusivo” si estende anche a chi, pur essendo in possesso della password, accede alla casella email contro la volontà del titolare o modifica le credenziali d’accesso per escludere quest’ultimo dall’uso del servizio.

Secondo la Cassazione Penale (tra le altre sentenza n. 52572/2017 e 18282/2018) anche se si conosce la password, in mancanza di autorizzazione del titolare dell’account, si potrebbe subire una condanna per il reato di accesso abusivo a sistema informatico.

Non importa che tu abbia ottenuto la password in precedenza: il reato si configura nel momento in cui agisci contro la volontà del proprietario della casella email!

La giurisprudenza: il caso di studio della Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato che l’accesso abusivo si configura anche se la password è stata fornita volontariamente dal titolare dell’account. Il caso riguardava una donna che, dopo la separazione dal marito, aveva continuato ad accedere alla sua email e aveva persino modificato la password e la domanda di sicurezza per impedirgli di accedere al suo account.

Nonostante la donna sostenesse che il marito le avesse fornito la password in passato, la Corte ha stabilito che ciò non escludeva il carattere abusivo dell’accesso, soprattutto considerando che le sue azioni erano contrarie alla volontà del titolare e miravano a escluderlo dall’uso dell’email.

Cambiare la password della mail del tuo ex: reato di danneggiamento di dati informatici

La modifica della password e l’eventuale modifica della domanda di sicurezza sono azioni dolose finalizzate ad impedire al legittimo proprietario di accedere alla propria email. Poiché sono comportamenti voluti dal soggetto agente il reato di accesso abusivo concorrerà con quello di danneggiamento di dati o di sistemi informatici previsto dall’articolo 635-bis e seguenti del codice penale.

Infatti, solo nell’ipotesi in cui l’interruzione del servizio non sia voluta si applicherà la fattispecie aggravata di cui all’art. 615-ter

Difendersi da accuse di accesso abusivo

Se ti trovi accusato ingiustamente di accesso abusivo alla posta elettronica del tuo ex partner, è fondamentale capire quali sono i tuoi diritti e come difenderti. Ecco alcuni punti chiave su cui concentrarsi:

  1. Dimostrare il consenso: Non è sufficiente che il tuo ex ti abbia fornito la password in passato. È fondamentale dimostrare che il consenso sia ancora attuale e non revocato. Se il tuo ex ha cambiato idea e ti ha, anche solo implicitamente, vietato l’accesso, il reato si considererà commesso.
  2. Assenza di dolo: devi aver agito con la “volontà consapevole” di introdurti in un sistema informatico protetto da misure di sicurezza che potrebbero non essere operative per momentanea disattivazione delle stesse dovute ad esempio, a precedenti log rimasti memorizzati dal Device.
  3. Assenza di danno nella fattispecie aggravata: Per configurare la fattispecie aggravata di accesso abusivo, la tua azione deve aver causato un danno o essere stata compiuta con tale intenzione. Se non hai arrecato alcun danno o se non avevi intenzione di ledere il sistema informatico, il reato non potrà ritenersi integrato nella sua forma aggravata e nemmeno quale reato autonomo di danneggiamento di dati o sistemi informatici.
  4. Giustificare la tua azione: Se hai agito per un motivo legittimo, come ad esempio la necessità di accedere a informazioni condivise, potresti essere in grado di dimostrare che il tuo comportamento non era abusivo. Tuttavia, questo tipo di difesa deve essere solido e ben documentato.

Concorso con altri reati: violazione corrispondenza e danneggiamento dati informatici

In caso di accesso non autorizzato a un’email protetta da password, al reato di cui all’articolo 615-ter del codice penale si può aggiungere anche quello di violazione della corrispondenza ex art. 616 codice penale. Questo avviene quando vi è anche l’acquisizione del contenuto delle e-mail custodite nell’archivio. Inoltre, se la persona modifica abusivamente la password e questo rende l’email inutilizzabile per il legittimo proprietario, si configura anche il reato di danneggiamento di dati informatici, come previsto dall’articolo 635-bis e seguenti del codice penale.

Conclusioni: Come evitare accuse infondate

Se sei stato accusato ingiustamente di accesso abusivo, è essenziale dimostrare che non hai agito con dolo o contro la volontà esplicita del titolare della casella di posta elettronica. La presenza di una comunicazione chiara e documentabile, che mostri il consenso del titolare o la mancanza di intenzioni dannose, potrebbe essere un elemento decisivo nella tua difesa.

In ogni caso, se ritieni di essere accusato senza fondamento, rivolgiti a un avvocato esperto in crimini informatici per valutare le strategie migliori per proteggere i tuoi diritti e difenderti in sede legale.


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