Mi è arrivato un avviso ex art. 415bis per un reato di frode informatica che non commesso: cosa devo fare?

Essere coinvolti in un procedimento penale per una truffa informatica che non si è commessa può essere un’esperienza sconvolgente, ma è essenziale mantenere la calma e comprendere le possibili azioni da intraprendere. Questo articolo fornisce una guida pratica, passo dopo passo, per affrontare un avviso di conclusione indagini ai sensi dell’art. 415 bis del codice di procedura penale, nel caso in cui si sia accusati ingiustamente di frode informatica.

1. Cos’è un avviso ex art. 415 bis c.p.p.?

L’art. 415 bis c.p.p. è una comunicazione formale emessa dal pubblico ministero al termine delle indagini preliminari. Essa ha lo scopo di informare l’indagato che il PM ritiene conclusa l’indagine e che potrebbe procedere con una richiesta di rinvio a giudizio. In questo contesto, l’indagato ha l’opportunità di difendersi, presentare memorie o richiedere l’effettuazione di indagini difensive e integrative.

Consiglio pratico: Dopo aver ricevuto l’avviso, contatta subito un avvocato esperto in diritto penale e cybercrime per analizzare attentamente la documentazione e definire una strategia difensiva.

2. Esamina attentamente le accuse e le prove raccolte

Il primo passo sarà analizzare i documenti d’indagine per verificare su quali elementi il pubblico ministero abbia basato l’accusa. In questo caso specifico, potrebbe emergere che il PM ha identificato il cliente sulla base di una carta d’identità, trascurando altri elementi quali i numeri di telefono o il conto bancario utilizzati per la truffa, che risultano intestati a persone diverse.

Consiglio pratico: Chiedi al tuo avvocato di esaminare con attenzione i tabulati telefonici, la cronologia delle transazioni e i dati bancari, verificando se ci sono incongruenze che possano dimostrare che non sei stato tu a compiere l’illecito.

3. Avvia indagini difensive

Le indagini difensive sono fondamentali per raccogliere elementi che possano dimostrare la tua estraneità ai fatti contestati. In un caso di frode informatica, tali indagini possono includere:

  • Analisi di possibili data breach: Se sospetti che i tuoi dati personali siano stati rubati e utilizzati, il tuo avvocato può richiedere l’intervento di un consulente informatico per verificare se vi siano tracce di violazioni dei tuoi dati in banche dati pubbliche o private.
  • Accertamento dell’identità e origine dei dispositivi utilizzati per accedere al conto bancario o per contattare la vittima: Richiedere perizia tecnica sui dispositivi collegati alla truffa può confermare che non appartengono né sono stati utilizzati da te.

Consiglio pratico: Fornisci al tuo legale tutti i dettagli e i documenti utili a dimostrare la tua attività recente, i tuoi dispositivi e la tua ubicazione durante il periodo in cui la frode è avvenuta.

4. Richiedi indagini suppletive al pubblico ministero

Parallelamente alle indagini difensive, puoi richiedere al PM di svolgere indagini suppletive per verificare le incongruenze rilevate:

  • Verifica della tracciabilità dei dispositivi utilizzati: Richiedi che venga verificata l’origine del dispositivo dal quale è stata effettuata la frode, includendo IP e posizione geografica.
  • Richiesta di verifica delle registrazioni video nelle banche: Se la truffa riguarda transazioni bancarie, potrebbero esserci registrazioni di sicurezza che possono confermare che non sei stato tu a eseguire le operazioni contestate.

Consiglio pratico: Collabora con il tuo legale per preparare una memoria difensiva accurata da presentare al PM. Questo documento può risultare decisivo per richiedere l’archiviazione del caso e convincere il PM a non procedere oltre.

5. Preparazione di una memoria difensiva

Alla luce delle incongruenze e delle prove raccolte, il tuo avvocato preparerà una memoria difensiva dettagliata, illustrando al PM le prove della tua estraneità ai fatti. Questa memoria può includere:

  • Evidenze di uso fraudolento della tua carta d’identità.
  • Documenti che dimostrano la mancanza di collegamenti con il conto bancario e i numeri di telefono utilizzati per la truffa.
  • Risultati delle indagini difensive e delle indagini suppletive richieste al PM.

Consiglio pratico: Affidati a un avvocato con esperienza specifica in reati informatici: una memoria difensiva ben strutturata e convincente può facilitare l’ottenimento dell’archiviazione.

Se ti trovi in una situazione simile, non esitare a contattarmi per una consulenza personalizzata: potremo analizzare il tuo caso e valutare insieme le migliori strategie difensive.

Si precisa che le consulenze non vengono rese gratuitamente ma solo dopo accettazione di preventivo scritto che verrà inviato previa descrizione del caso sottoposto.