“Ho un profilo Instagram con numerosi follower che generano continue interazioni e commenti ai miei post. Sto quindi ricevendo diverse proposte da agenzie di influencer marketing e da Brand per sponsorizzare alcuni prodotti. Nel contratto ci sono alcune indicazioni sui disclaimer da inserire nelle stories”.
“È sufficiente inserire l’hashtag “adv” per essere in regola? “
Il dovere di trasparenza nella comunicazione commerciale non è l’unico obbligo imposto dal diritto pubblicitario. Nella creazione di post, story, reel finalizzati a sponsorizzare un brand è necessario osservare diverse regole quali il generale principio di lealtà, il divieto di ingannevolezza e di illecita comparazione ed altre specifiche prescrizioni che derivano da diversi fattori come la particolare caratteristica del prodotto pubblicizzato o la specifica professione esercitata dall’influencer.
Non è, ad esempio, consentito promuovere integratori alimentari decantandone virtù ”dimagranti” o inesistenti. E, rispetto a tali prodotti, nemmeno è possibile impiegare “personale di settore” (medici, farmacisti, dietologi, nutrizionisti) che, grazie all’autorità conferita dal ruolo rivestito, potrebbero confondere i consumatori ed indurli a non considerare le proprie caratteristiche individuali.
I divieti sono quindi molteplici e riguardano i più svariati settori. Spesso nemmeno segnalati dai brand o dalle agenzie che, più o meno inconsapevolmente, tendono ad ignorare le discipline di settore con conseguenti ripercussioni che possono colpire tutti i professionisti coinvolti nell’influencer marketing.
La professione di influencer richiede quindi specifiche competenze giuridiche che, purtroppo, nessun insegna. Le avvertenze inserite nei contratti potrebbero non essere sufficienti o addirittura fuorvianti.
Il rischio di incorrere in sanzioni, amministrative o contrattuali è, pertanto, più che probabile.
Ciò accade in quanto, molto spesso, l’influencer non nasce come tale ma come professionista di un determinato e diverso settore. Sportivi, nutrizionisti, cantanti, modelli, viaggiatori creano profili social per raccontare la propria quotidianità o la propria professione.
Generando contenuti interessanti diventano presto utenti appetibili per determinati brand che vogliono sfruttare l’influenza verso specifiche community, con sponsorizzazioni altamente convertibili e remunerative.
Ecco che presto ci si trova a ricevere proposte contrattuali molto generose senza tuttavia avere gli strumenti necessari per svolgere una professione complessa e rischiosa.
La violazione del diritto pubblicitario può comportare sanzioni civili, amministrative e penali che possono compromettere, non solo la professione di influencer, ma anche la propria principale attività.
Conoscere le regole dell’influencer marketing può quindi aiutarti a costruire un business sicuro e redditizio.
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Si precisa che le consulenze non vengono rese gratuitamente ma solo dopo accettazione di preventivo scritto che verrà inviato previa descrizione del caso sottoposto